La realtà del pensiero
Letteratura

La realtà del pensiero

Il pensiero è reale o non lo è? Un semplice interrogativo cui è difficile dare risposta, nonostante la domanda tratti dell’argomento che, per antonomasia, sta alla base del genere umano.

“Lo pensiero è proprio atto della ragione, perché le bestie non pensano, che non l’hanno” [Dante Alighieri]

Già dalla definizione di vocabolario si intuisce non sia facile attribuire al pensiero l’idea di realtà o non realtà; difatti, il pensiero è sia la facoltà relativa alla formazione di contenuti mentali, sia l’immaginazione in quanto simbolo di irrealtà, inconsistenza, improbabilità. Può essere inteso anche come attività spirituale, in quanto sostrato o sfondo ideale dell’azione o dell’espressione, cui può essere contrapposta, ma è anche un’elaborazione individuale comprensiva di riflessione, opinione o giudizio. Partendo dal fatto che la maggior parte delle definizioni di pensiero parrebbe essere conforme ad un’idea di irrealtà e astrattismo, per rispondere alla domanda che sta alla base della stesura di questo articolo, si può partire dall’affermazione che “il pensiero non è reale”. Eppure, pensando, si compie un’azione reale che prevede un risultato astratto, che occupa tempo e non spazio. Il pensiero, quindi, si suppone che sia reale per “io che penso”, poiché è il risultato astratto di un’azione. Tornando alle definizioni, però, e analizzando il pensiero di un qualcosa di fantastico, il fantastico in sé preclude la realtà. L’immaginazione, di per sé, non tratta di realtà effettiva. Inoltre, il fatto che la persona pensante, e lei sola, sia consapevole del proprio pensamento e che questo non sia intelligibile ad alcun altro essere vivente, senza che esso passi ad una qualche forma di concretezza, questo parrebbe dimostrare che il pensiero non è reale.

Cosa accade, però, se il pensiero viene sviluppato concretamente, se viene espresso tramite mezzi reali? Questa condizione non lo porta, forse, su di un piano di realtà effettiva, qualunque sia il suo contenuto? Parrebbe, dunque, che il pensiero non sia reale, ma sia in potenza di esserlo, poiché può divenire vero, concreto, se espresso a parole o in scrittura o con altri mezzi. Se il pensiero riguarda qualcosa di fantastico e immaginifico, che mai potrà esistere, esso comunque potrà essere espresso in qualche forma di realtà alternativa possibile.

Qual è, quindi, la risposta? Il pensiero sta a metà tra due verità: può essere l’una, può essere l’altra. Forse, dipende dal pensiero di chi pensa.

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