La Donna Meraviglia
Cinema

La Donna Meraviglia

Per la prima volta nella storia, il personaggio femminile più iconico della Golden Age approda sul grande schermo. La creazione di William Moulton Marston prende vita tramite un’encomiabile performance di Gal Gadot, e lo fa con il quarto prodotto del DC Extended Universe, dal quale si differenzia nettamente per tono e tematiche.

Da sempre, la mitologia greca è oggetto di grande fascino da parte di studiosi e lettori appassionati od occasionali. Nell’arco del suo periodo più florido, collocabile all’incirca fra il Medioevo Ellenico (fine del IX secolo a.C.) e la sua caduta per mano dell’Impero Romano nella battaglia di Corinto (146 a.C.), gli Achei hanno creato una delle mitologie più gloriose e affascinanti del mondo. Chi di noi non ha mai sentito parlare di Zeus, Era, Ares, Afrodite, o delle gesta di Achille contro i Troiani, delle Ninfe o ancora delle Amazzoni?

Un ponte fra mito e fumetto - Era il 1941 quando, in un contesto ancora conservatore e ben lontano dall’idea di parità dei sessi, durante la “Golden Age” del fumetto americano, William Moulton Marston, psicologo statunitense, crea la prima supereroina donna della storia dei fumetti, in controtendenza rispetto allo stereotipo di supereroe uomo dall’aspetto muscoloso. Egli si basa sul mito delle Amazzoni, donne passate alla Storia come leggendarie e letali guerriere, per dare origine al personaggio.

Da principessa ad Amazzone - Le Amazzoni, sterminate da Ercole, vengono riportate in vita dagli dei dell’Olimpo come loro paladine, per le quali Zeus stesso crea un’isola paradisiaca chiamata Themyscira. Col tempo, la regina Ippolita comincia a desiderare una figlia, al punto da plasmarla con l’argilla e implorare gli dei di darle la vita: nasce così la principessa Diana (sebbene nella continuity de “I Nuovi 52”, essa sia frutto di una relazione adulterina fra Ippolita e Zeus stesso). Su Themyscira, in un clima di pace e amore la principessa Diana trascorre la sua infanzia con la madre e le sorelle; da sempre desiderosa di saper combattere, viene addestrata duramente, fino a diventare la più valorosa delle Amazzoni. Dopo un certo lasso di tempo, armata di una serie di armi divine (fra cui l’iconico lazo della verità) e della sua natura semi-divina, la principessa Diana decide di andare via da Themyscira per fungere da ambasciatrice di amore per l’umanità, sempre più corrotta dal dio della guerra Ares e attanagliata da conflitti. Assunta l’identità “umana” di Diana Prince (chiaro riferimento al suo titolo regale), Wonder Woman sarà considerata, assieme a Batman e Superman, il caposaldo dei fumetti targati DC Comics.

Al grande pubblico - Nonostante condivida la gloria con Batman e Superman, la sua assenza dal panorama televisivo, cinematografico e videoludico rispetto a questi l’ha penalizzata sotto l’aspetto della notorietà al grande pubblico. Dal 1974 al 1979 andò in onda una serie incentrata su di lei, dove a prestarle il volto fu l’attrice Lynda Carter. Da lì in poi non è più apparsa sugli schermi; sebbene nel 2011 fosse stato commissionato un episodio pilota per un’altra serie TV, il progetto non fu mai approfondito.
Nel 2016, tuttavia, la prima pellicola che vede il Cavaliere Oscuro fronteggiare l’Uomo d’Acciaio, un ruolo secondario, sebbene importante, è ritagliato dalla prima versione cinematografica della principessa Diana, interpretata da Gal Gadot.

Finalmente al cinema - Il 1 giugno 2017 è uscita, per la prima volta nella storia, una pellicola stand-alone incentrata sul personaggio della principessa Diana. Diretta da Patty Jenkins e interpretata ancora da Gal Gadot (essendo la pellicola parte dello stesso universo narrativo di Batman v Superman: Dawn of Justice, noto come DC Extended Universe) e, fra gli altri, Chris Pine, David Thewlis, Danny Huston e Connie Nielsen, questo film si è rivelato ben oltre le aspettative anche di un cinecomic molto più atteso ed è stato molto apprezzato dalla critica.
Personalmente, non proprio entusiasmato dalla qualità dei precedenti film appartenenti al DC Extended Universe, sono andato a vedere Wonder Woman più per “tradizione” e dipendenza dal genere, che per vere aspettative di qualità; non mi aspettavo certo di trovarmi di fronte a un’opera, nonostante qualche fisiologico errore di scrittura, di una levatura impressionante. Wonder Woman è un film ben lontano dai classici clichè del genere supereroico: tutte le volte che sta per scadere nel banale, corregge subito il tiro con qualcosa di inaspettato. L’isola di Themyscira, così come molte delle ambientazioni (alcune delle quali tratte da panorami italiani, come Matera), sono rese molto bene; il CGI e le sequenze d’azione sono molto curate e, sebbene sia una qualità più del personaggio che del film di per sé, vedere della mitologia classica in un cinecomic è stata, in qualche modo, una boccata d’aria.
È un film che, pur apparendo un po’ “lento” all’inizio, in un paio d’ore di screentime, è capace di racchiudere adrenalina, commozione, generosità e riflessioni in generale sulla natura umana, peculiarità e tematiche che non avevo ancora mai visto così accentuate, in un film del genere. Molta è la sensibilità con cui sono trattati temi come l’amore in netto contrasto con l’indole bellicosa umana, così come è presente un riferimento all’invasione dell’ “uomo bianco” subita dagli Indiani d’America, nonché, soprattutto, la proposizione di un’immagine della donna in contrasto con lo stereotipo classico di essere delicato e, pertanto, da considerare inferiore, senza mai degenerare nel “femminazismo”.

La Gadot delle Meraviglie - In tal senso, è assolutamente da lodare la performance di Gal Gadot. Già nota per essere una combattente, la modella israeliana, pur avendo suscitato qualche perplessità per l’assegnazione del ruolo, ha ritratto Wonder Woman in maniera davvero lodevole: è stata in grado di portare un carisma tutto suo al personaggio, al punto che si pende dalle sue labbra come in pochi altri film. Il suo è il viaggio di una semi-dea che ci accompagna dall’inizio alla fine: vediamo la principessa Diana crescere su Themyscira e subire la transizione fra quel mondo paradisiaco e gli orrori della Grande Guerra. Ella domina il campo di battaglia con coraggio e audacia, agguerrita e incisiva; sono stato impressionato dal realismo che è stata in grado di portare alle coreografie marziali, senza lasciare che le sequenze d’azione inficiassero sulla tenerezza e sull’ingenuità che mostra nel vedere per la prima volta un uomo o spettacoli naturali come la neve.

A parte l’ovvio “de gustibus“, questo film è davvero consigliatissimo. L’ho visto cinque giorni fa, da allora sono stato spesso con la mente ancora dentro la sala e, francamente, lo andrei a rivedere altre tre volte. Promosso a pieni voti.


Tutte le immagini, i marchi e i nomi contenuti in questo articolo sono di proprietà di “Warner Brothers Entertainment, Inc.” e DC Comics.

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