160 opere in mostra - Per la prima volta insieme, opere tessili uniche, realizzate da diverse manifatture, in collaborazione con i grandi artisti del secolo, mirano a far rivivere visivamente il fermento creativo che ha pervaso l’arte tessile italiana nel corso del Novecento. Punto di partenza imprescindibile è l’importanza svolta dal Futurismo nel “rilancio” dell’arte tessile italiana, per poi toccare gli eventi fondamentali che in Italia, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra, hanno destato negli artisti l’interesse verso questa forma d’arte; come esempio: la nascita di importanti manifatture tessili, le Triennali milanesi, la commissione degli arazzi per i grandi transatlantici, gli stimoli provenienti dalle Biennales de la Tapisserie di Losanna e dalla nascente Fiber Art.

Copertina “Intrecci del Novecento” – Progetto grafico di Cristina dell’Edera e Serena Brovelli

Fino alla rinascita moderna - L’esposizione vanta opere tessili realizzate dai futuristi italiani: dagli arazzi di Fortunato Depero ai tappeti di Giacomo Balla; le più importanti creazioni tessili presenti alle Biennali di Monza e alle Triennali di Milano; alcuni degli arazzi realizzati dalla Scuola di arazzeria di Esino Lario, su disegni di Gianni Dova, Atanasio Soldati, Alfredo Chighine, Franco Alquati, Umberto Lilloni, Giuseppe Ajmone; gli arazzi tessuti per i grandi transatlantici italiani. E ancora, gli arazzi dell’arazzeria di Ugo Scassa, su disegni di Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Umberto Mastroianni, Mirko Basaldella, Renato Guttuso, Emilio Tadini, Mario Sironi, Luigi Spazzapan, Renzo Piano; le opere dell’arazzeria pennese, su disegni di Giacomo Balla, Afro Basaldella, Enrico Accatino, Giuseppe Capogrossi, Marcello Avenali, Diana Baylon; gli arazzi della manifattura MITA, dai bozzetti di Emanuele Luzzati, Enrico Paulucci, Aldo Bosco; gli arazzi e i tappeti creati da Elio Palmisano dai disegni di Oscar Kokoschka, Beppe Caturegli, Piero Dorazio, Nathalie Du Pasquier, Ugo Nespolo, Mario Radice, Mauro Reggiani, Ettore Sottsass (nella mostra “There is the Planet” sempre a La Triennale per il suo centenario dalla nascita), Gillo Dorfles, George Sowden, Luigi Veronesi, Gianfranco Ferroni, Tihamer Gyarmathy. Per completare lo scenario: gli arazzi e i tappeti tessuti dalle principali manifatture sarde e gli arazzi ricamati di Niki Berlinguer, tratti dalle opere di Corrado Cagli, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Enzo Brunori; nonché quelli di Marina Zatta, da disegni di Renzo Vespignani, Giulio Turcato, Enrico Baj, Toti Scialoja, Emilio Tadini, Mario Nigro.

Alberto Di Fabio – Arazzeria Pennese – Energie