Il divo
Cinema

Il divo

“Lei ha sei mesi di vita”, mi disse l’ufficiale sanitario alla visita di leva. Anni dopo lo cercai, volevo fargli sapere che ero sopravvissuto. Ma era morto lui. È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo; sono morti loro.

“È molto cattivo, è una mascalzonata, direi. Cerca di rivoltare la realtà facendomi parlare con persone che non ho mai conosciuto”

Sono questi i commenti di Giulio Andreotti su il film biografico che lo vede come protagonista, Il divo di Paolo Sorrentino. Lo statista è interpretato da un eccezionale Toni Servillo, che già nel 2004 aveva lavorato con il regista napoletano ne Le conseguenze dell’amore ma che tutti forse ricordano nelle vesti di Jep Gambardella ne La grande bellezza. Questa volta per Servillo il compito è doppiamente difficile.

Non deve solo interpretare uno statista, cercando di imitarne voce, postura, mimetica, ma deve anche soddisfare il punto di vista del regista su quest’ultimo. Infatti gli occhiali quadrati, le orecchie a sventola, la gobba sono tutti elementi accentuati che Sorrentino genialmente adopera per mettere in scena un personaggio grottesco che arriva a contornarsi il volto di aghi per curare la sua più frequente emicrania.

Una possibile limitazione del lungometraggio potrebbe essere rappresentata dalla difficoltà, ad esempio per un inglese o per un tedesco, di comprendere tutte le allusioni, soprattutto storiche, del film che comunque è stato recepito positivamente anche all’estero. Tuttavia, le immagini significative, le inquadrature azzeccate, una colonna sonora di Teho Teardo che accompagna magnificamente le azioni o l’utilizzo di colori freddi adoperati per sottolineare la negatività di alcuni luoghi, come la prigione, fanno di questo un film perfettamente riuscito dal punto di vista delle scelte registiche ma anche per le tematiche. Infatti, la gestione spregiudicata del potere, i reati commessi da importanti autorità politiche, la manipolazione e l’oscurazione della verità rendono la pellicola estremamente attuale. La straordinarietà del regista sta proprio in questo: rappresentare sia la storia di un uomo che la storia di una politica italiana corrotta che dura fin da troppo tempo.

Guardare “Il divo”, dunque, è anche un modo per scoprire qualcosa della storia contemporanea del nostro Paese, di cui la conoscenza pare scolasticamente limitata alla Seconda Guerra Mondiale.

Regia Paolo Sorrentino
Anno 2008
Durata 110 min
Genere biografico, drammatico
Fotografia Luca Bigazzi
Montaggio Cristiano Travaglioli
Musiche Teho Teardo
Scenografia Lino Fiorito

Utiliziamo cookie tecnici e di terze parti per fornire i nostri servizi e gestire le statstiche. Utilizzando il sito (quindi navigando o scrollando), accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Utilizziamo cookie tecnici per fornire i nostri servizi. Tali cookie sono essenziali per la corretta visualizzazione del sito e non possono essere disabilitati. Maggiori informazioni sulla documentazione ufficiale.

Utilizziamo cookie di terze parti per gestire i commenti, appoggiandoci alla piattaforma Disqus. Maggiori informazioni nella documentazione ufficiale.

Utilizziamo cookie di terze parti e di profilazione per gestire le statistiche, appoggiandoci alla piattaforma Google Analytics. Maggiori informazioni nella documentazione ufficiale.

L'Utente puo' disabilitare i cookie modificando le impostazioni del browser, o utilizzando strumenti di gestione online come YourOnlineChioices. Si ricorda tuttavia che disabilitare del tutto o in parte i cookie potrebbe avere un impatto negativo sulla visualizzazione e sulla fruibilita' del sito.

Chiudi