Il cammino della decadenza
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Il cammino della decadenza

Quando si parla di decadentismo, il pensiero corre subito alla seconda metà del 1800, a Baudelaire e Wilde. A pochi verrebbe in mente che ciò che accadde nel Decadentismo era già avvenuto in passato… e sta succedendo nel nostro presente.

Come Paul Verlaine affermava nel 1883, ossia di essere ormai incapace di forti passioni e di azioni energiche, di sentirsi immerso nel vuoto e nella noia, il cui unico sfogo è il redigere raffinatissime quanto oziose esercitazioni letterarie, anche oggi, a più di 130 anni di distanza, vi è un ritorno al decadentismo. Decadentismo in ogni senso: il crollo sempre più prossimo della società, l’arrivo di un imminente cataclisma epocale. Le arti come la pittura, il teatro, il cinema, la poesia, la musica e, soprattutto, la letteratura non solo sono divenute prezzabili ai massimi termini, ma sono addirittura svalutate nei loro meriti: in una società di mercato qual è quella del nostro tempo, chi produce un’opera dagli infimi contenuti, ma può economicamente permettersi di pubblicarla, o è un personaggio pubblico e conosciuto, sarà appoggiato; al contrario, qualora venga prodotta un’opera che abbia in sé un qualche valore artistico o morale, se l’autore non è in grado di sostenere le richieste economiche o non ha “agganci” all’interno del sistema, è destinato al rifiuto e al fallimento. Esistono anche delle eccezioni, ma sono talmente rare che possono tranquillamente non essere considerate nella stima globale, anche se queste avranno, forse, il merito di passare alla Storia come parte integrante della letteratura del nuovo millennio.

Gli artisti decadentisti di fine ‘800 videro scorrere, svanire davanti i loro occhi i propri valori e le proprie idee, perché scartate a priori dal popolo sempre più attaccato al denaro e col pensiero controllato e omologato dal governo e altre forme di potere. Ebbene, ciò accade anche adesso. Difficilmente una persona s’interessa di un prodotto se questo non ha un “nome” o non è ben pubblicizzato. I titoli dei libri e dei film vengono cambiati (sia in lingua originale sia, soprattutto, nelle traduzioni) in base all’interesse che suscitano nel pubblico; non importa il fatto che il titolo è parte integrante dell’opera prodotta. Per il mercato è solamente la facciata, ciò che deve spingere il consumatore all’acquisto.

L’”arte”, all’oggi, viene prodotta seguendo le mode. Molto facile da verificarsi, basta accendere la radio o entrare in una libreria. Si prenda la libreria in esame, poiché è l’esempio più evidente: le nuove uscite sono spesso tutte dello stesso genere, tutte dello stesso argomento, tutte indifferibili l’una dall’altra. Le storie sono così prevedibili che basta leggere la prima pagina, più raramente l’intero primo capitolo, per sapere esattamente quale sarà il finale. Viene pubblicato ciò che il lettore vuole che sia pubblicato: il “lettore tipo” non vuole impegnarsi nel comprendere metafore e trame o compatire o soffrire o ridere coi personaggi. Vuole solo uno svago, un passatempo… qualcosa che gli permetta di non guardare chi gli sta seduto accanto in metropolitana o sull’autobus.

Come si è arrivati a questo punto? Ci sono dei precedenti, ma forse è troppo faticoso guardare al passato. Prima del Decadentismo così chiamato, vi era già stato un periodo di crollo, di declino, di mercificazione della cultura: si tratta degli ultimi decenni dell’Impero Romano d’Occidente. Le opere create in questo periodo non sono affatto da considerarsi di rigetto, ma possono essere valutate come le prime opere decadentiste o, più comunemente note, “tarde antiche”. Si nota, infatti, come in questo periodo si siano prodotte opere o di natura teologica cristiana, assimilabile alla “nuova tendenza” cui il mondo occidentale stava andando incontro, o opere, come quelle di Simmaco, profondamente legate al passato e alle antiche tradizioni. Tipologie di correnti che si svilupparono, in modo simile, anche negli ultimi decenni del 1800: i progressisti che correvano verso il futuro, inseguendo le mode del tempo, e i nostalgici poeti e scrittori “dannati”, sognanti un passato che mai più sarebbe stato presente.

Al periodo Tardo Antico, seguì il crollo dell’Impero. Al Decadentismo, seguì la Grande Guerra. A noi, oggi, cosa seguirà? Cosa ci si può aspettare da un mondo nel quale gli ideali sono scivolati in un tramonto, scomparsi in un perpetuo cielo notturno? Saremo mai in grado di rivedere l’albicare del sole?

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