Sul genere fantastico
Letteratura

Sul genere fantastico

L’elemento fantastico, nella letteratura, esiste dall’alba dei tempi e, eccetto che nel ventesimo secolo, non è stato sempre strettamente correlato alle letture infantili, anzi. Ecco, quindi, un breve cenno alla storia della fantasia nel mondo letterario.

“La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua autorità […]”.

Il termine “fantasy” e i libri di genere ad esso puramente collegati sono indiscutibilmente moderni, difatti la suddetta tipologia di narrativa è nata negli anni 1920 negli Stati Uniti d’America con la rivista Weird tales e analoghe. In quegli anni, e per tutto il ventesimo secolo, la letteratura fantastica è stata associata quasi esclusivamente al mondo dell’infanzia: la fantasia andava lasciata ai bambini, quanto più, invece, una narrazione più realistica doveva competere a un pubblico più maturo. Non credo, però, che ci sia da stupirsi troppo nell’asserire che i fatti contraddicono appieno la precedente affermazione, che si rivela solo un credo popolare, sia prendendo in esame il ventesimo secolo, sia analizzando i secoli precedenti.

La letteratura per l’infanzia vede le sue origini in epoca più moderna, rispetto alla storia della letteratura mondiale, e i suoi proclamati natali sono da trovarsi in Francia verso la fine del diciassettesimo secolo, anche se il primo libro, creato appositamente per i bambini, fu pubblicato per la prima volta a Norimberga nel 1654. Già dalle sue origini, il libro per bambini e ragazzi era caratterizzato da profondi elementi di fiabistica, derivanti dalle leggende popolari, ai quali si accostavano intenti intellettualistici e moraleggianti.

Nonostante l’affermazione dell’elemento fantastico nella letteratura infantile (tema, questo, che è rimasto vivido nelle credenze popolari) ci sono differenti esempi che riportano l’elemento magico e surreale nella letteratura “per adulti”, così come sono molteplici le opere dedicate ai bambini saldamente radicate al realismo.

Tra i romanzi definiti per bambini e ragazzi, straordinariamente legati alla realtà, si trovano: La piccola Dorrit, di C. Dickens, in cui Amy Dorrit, protagonista, nasce in una prigione; Zanna Bianca, di J. London, che è sì la storia di un animale, ma non è certo stata scritta con il linguaggio di una fiaba; Pollyanna, di E. H. Porter, la storia di una bambina che perde l’uso delle gambe; Il giardino segreto, di F. H. Burnett, che vede la crescita personale della giovane Mary Lennox; Il diario di Anna Frank, che non ha bisogno di commenti sul realismo riportato.

D’altra parte, per quanto concerne la letteratura “per adulti”, a prescindere dai romanzi del ventunesimo secolo, classificati come puramente fantasy, si trovano esempi di elementi al di là della realtà in: Il visconte dimezzato, di I. Calvino, in cui il protagonista si ritrova a essere squarciato in due metà da una palla di cannone, ed entrambe restano vive, ciascuna a sé stante; Dracula, di B. Stoker, in cui l’antagonista che dà il nome al romanzo è il vampiro dal quale derivano tutti i riferimenti ai vampiri dei romanzi più moderni; Sogno di una notte di mezza estate, di W. Shakespeare, in cui si fondono l’epica classica e i credi pagani britannici; Perceval o il racconto del Graal, di C. de Troyes, come esempio di tutti i romanzi facenti parte del ciclo bretone e delle leggende medievali.

Gli esempi, su entrambi i fronti, sono molteplici e sfuggono da un’elencazione vera e propria; quindi, perché si considera la narrativa fantastica una letteratura minore, riservata a un pubblico meno maturo, se non infantile? Inoltre, che dire della citazione con la quale questo articolo è incominciato? La Sacra Bibbia è forse da ritenersi un libro per bambini?

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