I cowboys non sono facili da amare
Cinema

I cowboys non sono facili da amare

Vi è mai capitato di andare al cinema, sapendo di andare a vedere un film d’azione, e finire per condannare le scene d’azione e lodare comunque il film per altri aspetti? È esattamente qualcosa di simile, la mia esperienza con The Ranch©. Ecco perché considerare di guardarla.

Fra le tante serie di marca Netflix© uscite negli ultimi anni, una che molti boicottano è sicuramente The Ranch©. In questo caso, in parte l’istinto ci azzecca; in larga parte, tuttavia, no. Se si riesce ad andare oltre il pregiudizio iniziale, si trova una serie TV fatta bene, anche se non sotto la luce che ci si aspetterebbe.

In breve - The Ranch© è stata concepita come una sitcom; narra del 34enne Colt Bennett (Ashton Kutcher), talentuoso quarterback, che fa ritorno nel ranch della sua famiglia a Garrison, piccolissima cittadina fittizia in Colorado. Perseguendo il suo sogno di diventare un atleta professionista, cambia prospettiva di vita rendendosi conto che il ranch stesso, proprietà di famiglia da generazioni, sta affrontando un periodo di difficoltà economiche. Mette, quindi, le proprie forze di manovalanza a disposizione del difficile padre Beau (Sam Elliott) e del sarcastico fratello Jameson, amichevolmente chiamato «Rooster» (Danny Masterson). Completa la famiglia la madre Maggie (Debra Winger), la premurosa proprietaria dell’unico bar del paese.

Cosa non va - Per quello che è il suo proposito iniziale di essere una sitcom, l’umorismo scade nel banale. Le battute e le gag spesso sono tirate troppo per le lunghe, oltre che trattarsi di siparietti già visti e rivisti. È una comicità che qualcuno definirebbe «demenziale», un po’ a-là-«Two and a half men»©, per intenderci. Inoltre, chi trova antipatica la risata preregistrata per scandire i tempi comici, tipica del periodo «classico» delle sitcom, ne resta deluso. La serie ne è fornita piuttosto abbondantemente e ciò che potrebbe irritare anche di più è il prendere atto che spesso è necessaria per spezzoni che, altrimenti, semplicemente non farebbero ridere granché.

Cosa (decisamente) va - Allora, perché spendere quei circa 600 minuti in totale (al momento di questo articolo) per guardarla? Pur non essendo un prodotto comicamente brillante, lato su cui, comunque, ha i suoi momenti, The Ranch© riesce a descrivere piuttosto fedelmente e in maniera molto sensibile la situazione media dei rancher. Una situazione, a dire il vero, drammatica, sottoposta alla continua precarietà a fronte di un lavoro molto duro, che inizia il mattino alle 4 e finisce al tramonto. Lavoro che rischia anche di essere reso vano, ad esempio, da un periodo di siccità. Perché se la pioggia non cade l’erba non cresce, il bestiame non mangia e non si sviluppa. Proprio il durissimo lavoro di Beau e dei rancher in generale, costretti a essere in un’unica figura dei meccanici (per i trattori), degli allevatori (per il bestiame) e dei contadini, è un tema focale, trattato con la drammaticità che merita.
Altri temi messi in luce sono i rapporti familiari, in particolare quello fra i due fratelli e quello particolarissimo fra Beau e Maggie, e la ricerca da parte dei figli dell’approvazione paterna.

Sam Elliott - Un capitolo a parte lo merita la performance eccezionale di Sam Elliott. Non che fosse una sorpresa: nei suoi quarant’anni circa di carriera, ci ha abituato a interpretazioni sempre fenomenali, ma il personaggio di Beau Bennett è uno dei meglio scritti nella storia delle sitcom e non riesco a immaginare un attore a cui un personaggio del genere calzerebbe meglio. A primo impatto, Beau è una persona che tutti odierebbero, data la sua durezza e il suo apparente «maggiore affetto per le sue mucche che per i suoi figli»; in realtà, si percepisce sempre che il suo atteggiamento è giusto e giustificabile, a fronte del comportamento dei suoi «boys» che, dal suo punto di vista, spesso non si rendono conto che un giorno dovranno occuparsi di mandare avanti il ranch senza di lui. Beau sa benissimo che un giorno o l’altro dovrà morire, poiché anziano e stanco, e sa che l’unico modo che ha per abituare i figli all’idea è quello di esigere sempre di più.

The Ranch©, anche se comicamente ha una qualità discutibile, fa riflettere, indubbiamente molto più di altre serie, anche più acclamate e famose. Il suo unico limite, paradossalmente, è la sua classificazione. Se avessero eliminato le risate registrate e non ci avessero detto che è una sitcom, sarebbe stato molto più evidente il messaggio commovente che si porta dietro. La sua visione resta comunque consigliatissima.


Tutte le immagini sono di proprietà di Netflix©

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