Ecco Ortuino©, l’orto intelligente per rieducare alla cura del pianeta
Ambiente

Ecco Ortuino©, l’orto intelligente per rieducare alla cura del pianeta

In un mondo pieno di automazioni, in cui la vita è diventata parecchio pigra da parte dell’uomo, il progetto Ortuino© ci fa fare un passo indietro; Agnese, Giulio, Olga, Stefano e Agnese hanno prototipato quello che loro stessi hanno definito «orto intelligente»

Fin dalla Seconda Guerra Mondiale, con le teorie di Turing e la macchina di Von Neumann, l’umanità si è sempre più diretta verso il lasciare che sia un calcolatore elettronico a svolgere operazioni al posto suo. Nell’ammirare le possibilità offerte dalle automazioni, abbiamo cominciato a trascurare ciò che il computer non può fare, fra cui curare il verde e l’educazione dei bambini. Fortunatamente, qualcuno riflette su questa tematica: il team di Ortuino©, che in occasione dell’ArduinoDay tenutosi presso la sede di WeMake© (http://www.wemake.cc) ho avuto il piacere di veder presentare la propria idea.

L'idea - Nato dall’unione di cinque ragazzi, Ortuino© (http://www.ortuino.it) è, in breve, un progetto che usa il famosissimo microcontrollore Arduino© per avvertire l’utente che le piante nel suo vaso hanno bisogno di cura. Destinatari principali di questa idea sono i bambini che vivono in città, sempre più a contatto con smartphone e meno con la natura, e contestualmente coinvolgere le famiglie. Gli obiettivi sono principalmente tre: educare al gesto umano, avvicinare al verde e ai suoi benefici, e responsabilizzare alla cura di un essere vivente.

Il design - Il packaging del prodotto è stato studiato con cura; il contenitore è fatto di un compensato di pioppo, leggero ed ecosostenibile, trattato con una vernice impermeabilizzante per evitare infiltrazioni di umidità. Ogni componente è pensato per adempiere a una funzionalità: il contenitore stesso funge da vaso, la maniglia per trasportarlo da rastrello e paletta, e anche le istruzioni sono state incise con laser-cut sul legno stesso. La forma è esagonale, perché è quella che più massimizza il contenuto a parità di superficie (non a caso le api prediligono questa forma per il proprio alveare). Il tutto è assemblato totalmente a incastro, senza uso di colle, e il coperchio è fatto per aprirsi progressivamente, con il crescere delle piante. I kit (autunnale/invernale e primaverile/estivo) sono tutti formati da piante con le stesse esigenze di esposizione, acqua e nutrienti, così da poter dare una risposta omogenea ai dati che la scheda elabora. È presente, nel kit, un fiore per tenere lontani i parassiti e avvicinare gli insetti impollinatori, e una pianta da frutto.

La tecnologia - Basata sull’uso del noto Arduino©, è indirizzata verso l’«anti-automazione»; la breadboard non ha attuatori meccanici, ma si limita a segnalare la necessità di intervento. L’interfaccia è fatta da due pulsanti: uno, tramite dei sensori di umidità, monitora il bisogno delle piante di acqua; un LED si illumina di rosso se non c’è acqua, di giallo se ce n’è troppa e bisogna aspettare ad annaffiare, e verde se si può annaffiare; l’altro pulsante, tramite una fotoresistenza, monitora il bisogno di esposizione alla luce, anch’essa tramite LED rossi e verdi. Quest’ultima, in particolare, non elabora segnali istantanei; li colleziona durante l’arco della giornata, ne fa una media e di sera si resetta per ripartire correttamente il giorno successivo. Ai LED sono stati accoppiati anche dei buzzer a tema musicale per rendere più accattivante il tutto per il bambino. Il tutto è stato creato con il supporto e la fornitura materiale di WeMake©, con materiale OpenSource.

Gli sviluppi futuri - Negli sviluppi futuri è prevista l’idea di rilasciare una piattaforma web che sia un polo culturale per detentori di questo kit, fruibile sia da web che da cellulare; da un lato ci saranno giochi educativi e informazioni aggiuntive per i genitori, che saranno agevolati nel giocare col proprio figlio, nonché una community; dall’altro sarà possibile controllare lo stato del proprio orto da remoto.

È molto rassicurante constatare che, in mezzo alla digitalizzazione che caratterizza il XXI secolo, ci siano ragazzi con idee che mettano al centro la responsabilità: per i bambini, di avere a cuore la cura del pianeta, e per i genitori, di essere attivamente presenti in ciò in cui il proprio figlio investe tempo. Ascoltare questi ragazzi parlare con tanta passione del proprio progetto mi ha indotto a riflettere sull’importanza che avrebbe, per l’umanità, il passo indietro del tornare a «sporcarsi le mani».

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