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A serious man

Scordatevi il carismatico insegnante John Keating de “L’attimo fuggente”, l’improvvisato prof. Dewey Finn (Jack Black) in “School of Rock” o il geniale matematico John Nash di “A Beautiful Mind” perché Larry Gopnik, il professore di fisica protagonista di “A Serious Man”, nasce dalla mente dei fratelli Coen.

I due registi mettono in campo il personaggio che meglio sanno descrivere: l’inetto, che stavolta veste i panni del padre di famiglia ebreo che vive nel Midwest degli anni ’60. Paolo Mereghetti definisce il film “Disperato e cattivo insieme”.

La moglie adultera, lo studente coreano che cerca di corromperlo o il fratello “parassita” non smuovono Lerry, l’uomo ordinario, che non riesce a reagire agli avvenimenti, imprevedibili e a tratti assurdi, ai quali ci hanno abituati Joel ed Ethan Coen.

L’effetto è senza dubbio quello del riso amaro provocato da un vortice di situazioni grottesche in cui il protagonista viene immerso. Ancora una volta, i registi si divertono a ingarbugliare la vita e a trascinare in disavventure uomini totalmente apatici, come accade ne “Il Grande Lebowski” o ne “L’uomo che non c’era”, con la sola differenza che “A seriuous man” presenta una nota più personale. Lo scenario, infatti, è intriso di cultura ebraica, cultura da cui provengono i Coen, ed è per questo che “i rimandi che infittiscono i dialoghi ci appaiono poco decifrabili” come recita l’ Avvenire.

Regia Joel Coen, Ethan Coen
Anno 2009
Durata 106 min